
Poi sono rimasta incinta e le nausee e le paure hanno avuto la meglio. Così è arrivato il mio piccolo pupone e la vita è cambiata. Ho accantonato il blog, così come gli smalti, i vestiti alla moda, le pochette, i tacchi e i cocktails superalcolici. Mi sono ritrovata a dormire tre ore per notte, a non ricordare se avevo lavato i denti, a uscire con macchie di rigurgito pulite al volo con salviette umide, a inorridire davanti allo specchio per le sopracciglia folte (e incolte), a godere di due minuti esatti di doccia senza sentir piangere nessuno.
Da allora sono trascorsi poco più di due anni. Continuo a non poter usare le pochette, ma ho ripreso a lavare i denti, a uscire con vestiti puliti (magari non sempre stirati), a dormire sette ore a notte (quando va bene), a fare shopping (non solo per il pupone), a bere mojito, a farmi la ceretta e a indossare i tacchi.
E adesso???? Bè, sono di nuovo INCINTA!!!!!! La follia è spesso recidiva. Di positivo, oltre al fagiolino in arrivo (che nel frattempo è diventato una pannocchia), c’è che non sono più la ragazza del 2013 e probabilmente non lo sarò mai più, ma la voglia di scrivere è sempre la stessa. Sono meno impreparata e maggiormente predisposta al sacrificio e soprattutto a dormire poco. E i cambiamenti non si riducono solo a questo. Allora vivevo a Parma. Adesso vivo a Messina. Per via del lavoro di mio marito cambiamo spesso città e, oltretutto, abbiamo la spiccata propensione a non riuscire a restare a casa per più di due mesi.
Tra parenti in giro per l’Italia e la voglia di vedere posti nuovi, siamo sempre con le valigie pronte. E allora ho deciso di parlare dei miei pellegrinaggi in giro per l’Italia e per il mondo, e non solo.
Sto vivendo un altro viaggio, quello della maternità e della gravidanza. E in questo momento in cui mi sento particolarmente sola, nonostante la miriade di amici sparsi per l’Italia e l’affetto delle persone care, sento di avere bisogno di un angolo tutto per me. Ho bisogno di sentire che ci sono anche io e non solo i doveri e le responsabilità. Ho bisogno di un momento di svago, di uno spazio in cui entrare e per un attimo sentire che sono collegata anche con il mondo e non solo ad un cordone ombelicale. Così ho deciso di aprire questo blog, con la speranza di riuscire ad avere una maggiore costanza e più tempo da potergli dedicare. Anche questo è un altro viaggio.
E mentre preparo la valigia, metto dentro l’allegria e l’amore, la fantasia e i pannolini, i giorni grigi e quelli proprio no, le illusioni e i biberon, le lacrime e le pacche sulle spalle, ma soprattutto il coraggio e la voglia di continuare a viaggiare e, anche quando non è possibile, sognare di poterlo sempre fare.