Finalmente riesco a pubblicare questo post. La febbre dell’ultima settimana mi ha stroncata, ma lentamente mi sto rimettendo in piedi. Buona lettura.
Il mio ultimo soggiorno l’ho trascorso là dove le mie radici scendono più in profondità, in Basilicata o, come veniva chiamata anticamente, Lucania.
Ho scoperto luoghi che ancora non conoscevo.
La regione che ha dato i natali a mia madre riesce ancora a stupirmi e, proprio come la mia genitrice, mi regala un calore e un’ospitalità unici e indimenticabili. Ed è stato ancora più bello condividere questi momenti insieme ai miei figli.
In accordo con mia madre, avevamo deciso di vederci e, quindi, di trascorrere il ponte del primo maggio nel suo paese d’origine, Castelluccio Inferiore, in provincia di Potenza.
Castelluccio è un paesino che fa parte del Parco Nazionale del Pollino (non vi dico le curve per arrivarci, e soprattutto quanto ho vomitato negli anni ogni volta che ci andavo).
E’ anche il paese in cui viveva mia nonna. E avendola persa da poco, sentivamo il bisogno di ricongiungerci anche a lei visitando la sua tomba.
I miei ricordi di bambina in questo posto sono legati ai profumi della pizza del forno del paese, all’odore del fumo che usciva dai comignoli nelle fredde giornate invernali, ai giochi con i miei cugini nel vicolo sotto casa di mia nonna, e ai suoi movimenti veloci nell’attizzare il fuoco del camino, mentre dalla cucina proveniva il profumo della passata di pomodoro, che bolliva con la carne, pronta per essere mescolata ai fusilli fatti in casa con la sua maestria unica.
Una volta arrivati, abbiamo capito subito che la tavola sarebbe stato il ring delle nostre giornate.
Per la serie a dieta mai. Solo le mie zie riescono a sfornare ciambelle, torte e dolci locali come se niente fosse. E non è stato solo il cibo a farla da padrone, ma anche… l’acqua.
Infatti, ho scoperto che a pochi chilometri dal nostro paese è presente una fonte naturale d’acqua, che viene addirittura imbottigliata da una famosa azienda.
Di seguito le immagini della fonte.
Il Pollino ci ha regalato dei momenti di benessere e di pace, come l’acqua limpida che scorre nel fiume e il verde circostante.
E la nostra esperienza non si è limitata solo a questo. Ho anticipato che la dieta non è il mio forte, e proprio in questo luogo non è possibile praticarla.
Oltre ai piatti deliziosi cucinati dalle zie, che ci hanno amabilmente ospitato, siamo stati in un posto, che ormai conosco già da un pò, ma di cui vi devo assolutamente parlare: il Ristorante-Pizzeria Panaino, che si trova a Lauria.
E’ un ristorante che non ha nulla da invidiare a quelli pluristellati, semmai è il contrario.
L’intelligenza dei proprietari è quella di offrire prodotti tipicamente del luogo, ma abilmente rivisitati, e di una qualità nettamente superiore a tutto il resto.
La ricercatezza delle materie prime e la costruzione dei piatti regala al palato un’esplosione di sapori che lasciano senza parole.
La preparazione gioca un ruolo cruciale, perché i peperoni cruschi, come li mangerete lì, non li potrete assaporare da nessuna altra parte.
Non è solo un ristorante, ma anche una pizzeria. La loro pizza-sana richiede una lunga lievitazione, ben settanta ore, tanto da risultare soffice e leggerissima, ovviamente condita con i prodotti locali, oltre alle classiche per chi le desidera.
Inoltre, Emidio, uno dei figli dei proprietari, uno dei ragazzi più in gamba e dinamici che conosca, che dopo un’esperienza a Miami ha deciso di investire nell’attività di famiglia, sta lavorando al lancio di un’altra area del ristorante: la Bottega, un’ Hamburgeria basata ancora una volta su prodotti tipici e su impasti leggeri. Insomma, provare per credere.
Non vedo l’ora di tornare per assaggiare questa nuova specialità, in quanto sono sicura che saprà stupirmi come il resto.
E come direbbe Jack Keruak in On the road, “sapevo che a un certo punto di quel viaggio avrei ricevuto la perla”.
Una opinione su "La vita alle pendici del Pollino."