La mente di una mamma è come un cassetto aperto da cui ognuno attinge con una richiesta:
Dove sono i calzini? Le medicine? I vestiti puliti e stirati? Raccontami le favole! Cantami una canzone! Distraimi con un gioco!
Oppure è piena di promemoria: ricordati di pagare la scuola, il regalo per l’amico che fa il compleanno, i pannolini nuovi, le verdure per il brodo, comprare il semolino, i beccucci per l’aspirazione nasale, la cena, la colazione, i vestiti in lavanderia, lo zainetto, la divisa della scuola sempre pulita (A proposito: dove è finita?).
Sì, la mente di una mamma non si ferma mai. Altro che flusso di coscienza alla Virginia Woolf, altro che multitasking. Qui siamo a un livello superiore, perché insieme alla pazienza che dobbiamo aggiungere alle nostre giornate, arriviamo al livello Dalai Lama.
Solo che tutto questo incamerare pensieri a un certo punto diventa dannoso, perché mi sono accorta che perdo pezzi, perdo i fogli, perdo gli appuntamenti.
A volte mi sgretolo, crollo, e finisco, com’è successo ultimamente, per ammalarmi.
Andavo ormai così tanto come un treno, che non mi accorgevo che il mio corpo mi stava intimando uno stop netto. E un mal di gola trascurato si è trasformato in una mega tonsillite, che è riuscita a tenermi a letto per un’intera settimana.
Alla fine tutte quelle incombenze quotidiane le ha dovute portare a termine il papi. E siamo sopravvissuti lo stesso.
Allora forse è meglio rallentare. Darsi tempo. Delegare.
Il letto lo posso anche rifare più tardi, quella lavatrice si può rimandare a domani, il regalo o le compere in farmacia le può anche fare il papi. Insomma, forse un pò di lentezza è doverosa anche per noi mamme. (Argomento che hanno affrontato famose blogger all’appuntamento AcutilDonna).
Il mondo andrà avanti ugualmente, ma almeno potremo osservarlo con occhi meno stanchi e un’espressione più felice.
E i nostri figli lo apprezzeranno, e, soprattutto, lo ricorderanno di più della casa sempre pulita o della torta fatta in casa.