Caro Ale,
pupetto di casa.
Mentre ero in attesa di tuo fratello gli ho scritto una lettera, per immortalare nella memoria le sensazioni di quel dolce periodo della prima attesa.
Per te no. Non ci sono riuscita, perché dieci mesi fa avevo una pancia enorme, vivevo da poco in un posto di cui non riesco ancora ad innamorarmi, e che probabilmente mai apprezzerò, e avevo nella testa mille dubbi.
Allora ti scrivo adesso, perché te lo meriti, perché sei mio figlio.
Perché ti amo!
Voglio essere sincera con te come lo sono sempre con entrambi. Non ero così convinta che un secondo figlio si potesse amare come il primo. Avevo una paura matta di non riuscire a provare le stesse emozioni.
E invece…
Tu sei arrivato con la forza di un uragano e mi hai rivoluzionato nuovamente la vita.
La tua nascita mi ha imposto di crescere ancora di più. Mi hai messa davanti ai miei limiti facendomeli osservare bene da vicino, li hai ingranditi e raddoppiati.
E poi, rumorosamente, hai abbattuto ogni barriera lasciando che mi perdessi nella tua dolcezza, come non immaginavo potesse accadere.
Hai preso il mio cuore e l’hai moltiplicato prendendone uno tutto per te.
Hai rinnovato l’emozione della maternità.
Mi hai dimostrato che l’amore di una madre può essere davvero lo stesso per tutti i suoi figli. Che grande regalo mi hai fatto!
A me, che non sono una brava madre e, molto probabilmente, neanche una buona moglie.
Non sono ordinata. A volte, anzi, spesso dimentico di scongelare per tempo la cena. Tuo fratello a tre anni conosce Charles Dickens e cosa ha scritto, ma ancora non sono riuscita ad insegnargli ad usare sempre le posate ai pasti.
Vi faccio ascoltare Rovazzi e Fedez, invece di 44gatti.
Tu balli su L’esercito del selfie. Il che la dice lunga.
Vi porto in giro per l’Italia invece di darvi stabilità in un solo luogo.
E cosa peggiore, non so accontentarmi di voi. Lo so. Può suonare male, ma è così. Non mi basta fare la madre. Non mi basta fare la moglie. Io voglio di più. Voglio trovare il mio posto nel mondo, e solo allora potrò fermarmi…forse.
So accontentarmi di tante cose. Riesco a sopportare innumerevoli situazioni, ma di non fare della mia vita ciò che voglio, questo no, non può bastarmi.
E di sicuro non basterebbe neanche a voi.
Perché se il mio augurio più grande è che possiate inseguire i vostri sogni, io ho il dovere di dimostrarvi che si possono anche realizzare.
Proprio tu che sei così piccino, tienimi per mano e continuiamo insieme a camminare, perché mentre io ti insegno come si fa, tu mi dimostri come rialzarsi, ritrovare l’equilibrio e sempre andare oltre tutte le difficoltà.
Avrai forse i miei sogni o quelli che vorrai, ma non dimenticare di restare fedele a te stesso con la forza e l’audacia di un fiore profumato, che invade arrogante e insolente i sensi senza averti prima avvisato.
Così come sei entrato nella mia esistenza, pieno di quell’entusiasmo contagioso, che un giorno regalerai ad altri, un domani andrai per la tua strada.
So che in quel domani mi mancherai da impazzire, perché sei la mia àncora quando ho voglia di scappare dall’altra parte del pianeta. Sei il mio coraggio quando sono troppo stanca anche per pensare.
Eppure devo spingerti oltre le tue possibilità, per far sì che tu abbia voglia di lasciarmi. Allora forza, piccolo Rambo. Questa vita ti sta aspettando.
Prendi l’allegria, che sarà l’arma tua vincente, e accendi i viali e le stelle con i sorrisi tuoi più belli.
…ti voglio bene…
mamma Lucia!