La memoria da te lasciata
per una vita ormai vissuta,
per una stagione mai dimenticata,
per una ragione sconosciuta.
A te che vivevi tra i campi
che avevi giorni stanchi
sotto pioggia, vento e lampi,
sotto il Sole di estati e inverni.
A te che godevi del fuoco,
che indurivi i lineamenti con poco,
che sorridevi per gioco,
che avevi sempre uno scopo.
A te che passeggiavi tra mandorli e ulivi,
che non ti rassegnavi a fati ostili,
che ci proteggevi dai vili,
che non ostentavi monili.
A te a cui spesso penso,
perché la perdita non ha un vero senso,
perché non accetto di averti perso,
per le tue parole su cui lacrime verso.
Perché a te di cui ho ancora bisogno
va un alito di vento dall’anima mia
fino a presentarti in un sogno
un lieto dono che ha lenito una dura agonia.