Circa un anno fa vagavo su Instagram alla ricerca di profili interessanti da seguire. L’ho incontrata lì, tra le storie. Un’icona simpatica, e ho cliccato su. E’ apparsa una ragazza con una fascia variopinta sulla testa, il rossetto rosso fuoco su labbra voluttuose e gli occhi grandi, intensi, disegnati solo da un filo di eye-liner. Ho pensato che avesse una somiglianza incredibile con Anne Hathaway, e la rivedo ancora.
Poi ha parlato. Due battute divertenti sul suo compleanno. Le immagini di New York (e voi sapete quanto la amo). In sottofondo ancora la sua voce, quella di una persona interessante, che vive assaporando ogni istante e che non attraversa le stanze dell’esistenza senza guardarsi intorno.
Il gioco era fatto. Ho premuto segui. E Camilla Mendini, in arte CAROTILLA, è diventata in un attimo una delle mie influencer e you-tuber preferite.
Ho sorvegliato attentamente ogni passo. L’ho scrutata nelle diverse sfaccettature. Ho divorato i suoi video. Ho preso spunto da lei in numerose scelte.
Camilla, graphic designer trasferitasi a New York pochi anni fa con suo marito da cui ha avuto due bambini, Timothy e Emma Rose, è una donna che si è fatta delle domande e che garbatamente le pone anche a noi: Cosa succede nei retroscena della moda? Quanto veramente siamo consapevoli di ciò che indossiamo?
Così, dalla sua passione per il vintage e dopo aver seguito il documentario shock THE TRUE COST sullo sfruttamento minorile in tale ambito (che vi invito vivamente a visionare), è approdata alla moda sostenibile, e da lì non si è più fermata, tanto che quest’anno si è reinventata lanciando la collezione di abbigliamento AMORILLA, connubio perfetto tra il nome pubblico CAROTILLA e l’AMORE, quello che si evidenzia nella sua devozione alle tradizioni tessili.
Una collezione realizzata e dipinta a mano da artigiani indiani, nel Rajasthan, con tessuti di puro cotone, stampati usando blocchi di legno Sagwaan e Sheesham.
Ogni tecnica di stampa o disegno richiama la storia di un Paese che ha attratto l’attenzione di Camilla.
Tale dedizione ha dato vita ad abiti semplici e allo stesso tempo ricercati. Quando vedi le sue modelle, sembra di osservare nuvole leggere con l’estate e la libertà cucite addosso. Perché liberi dalla schiavitù sono coloro che hanno lavorato a questo progetto. Leggere e colorate sono le giornate di chi ha deciso di far parte di un mondo più pulito e corretto.
Non puoi non innamorarti di AMORILLA e della sua stilista. Ti trascinano immediatamente nella vita che vorresti ci fosse per tutti. In una realtà costruita soprattutto sull’umanità.
Io che sono terribilmente curiosa, ho deciso di osservare più da vicino questa dolce e determinata ragazza di Verona. E visto che ad Agosto, se tutto andrà bene, arriverà il primo fiocco rosa della nostra famiglia, volevo sapere da lei come pensa che una donna in gravidanza possa gestire e sposare la sostenibilità con la comodità, vista la scarsa offerta fornita per il prémaman, e gestita, spesso e volentieri, da colossi che di sostenibile hanno ben poco.
E lei, con enorme professionalità e tanta gentilezza, ha risposto alle mie domande.
Per noi i preziosi consigli di Camilla Mendini.
Ciao Camilla. Grazie per avermi concesso l’onore di questa intervista.
D: In un video su YouTube racconti di quanto sia stato importante parlare davanti a una telecamera per uscire dalla tua comfort zone. Da allora, quali altri cambiamenti hai avuto il coraggio di affrontare?
R: Il fatto di uscire dalla comfort zone non mi spaventa, anzi lo vivo come una conquista e il dover ripartire da zero dopo il trasferimento negli Stati Uniti si potrebbe definire come uno di quei momenti: l’adattamento all’estero non è stato difficoltoso di per sè, quanto più il crearmi da zero uno spazio professionale che mi soddisfacesse.
Appena arrivata qui ho dovuto affrontare una pausa lavorativa forzata per vari motivi: uno legale, dovevo aspettare che mi arrivasse il permesso di lavoro ed uno personale, stavo per dare alla luce Emma Rose, la mia secondogenita. Dopo questo fermo ho deciso che era il momento perfetto per uscire dalla comfort zone, mettendo da parte il lavoro di sempre come graphic designer e buttandomi a capofitto nel settore della moda sostenibile, rimettendomi in gioco totalmente.
D: Dall’apertura del canale fino a oggi, c’è stato un grande interesse da parte tua verso l’abbigliamento sostenibile che, sappiamo, nasce dalla visione di un filmato in cui venivano evidenziati gli aspetti più raccapriccianti dello sfruttamento minorile nella moda. In che modo, secondo te, si potrebbe sensibilizzare i consumatori ad acquisti maggiormente consapevoli?
R: Il documentario The True Cost è un riassunto perfetto, quanto crudo e reale, di cosa ci sia realmente dietro ad un vestito che compriamo innocentemente. Non si parla purtroppo solo di sfruttamento minorile, ma anche di temi molto seri come schiavitù, inquinamento senza controllo, condizioni di lavoro non igieniche e pericolose fino a perdite umane di operai che lavorano per la maggiornaza dei marchi di moda presenti sul mercato.
Purtroppo questi accadimenti sembrano lontani da noi e sopratutto crediamo che abbiano poco a che fare con i nostri acquisti, quando siamo proprio noi consumatori con la nostra spesa a poter dare un segnale forte ai marchi che producono senza rispettare i diritti umani e l’ambiente, come Zara, H&M, Mango, Berscha, Cos, Benetton, OVS, e moltissimi altri anche di alta moda.
Purtroppo chi prduce in maniera veramente sostenibile ed etica è ancora una piccola minoranza e spesso sono piccole-medio aziende.
D: Come è iniziata la nuova avventura del marchio AMORILLA?
R: Da due anni mi interesso alla moda sostenibile, tanto da decidere di progettare qualcosa di mio, un marchio di moda trasparente che racconti la verità al consumatore.
Amorilla nasce proprio dalla voglia di creare un marchio che unisca etica ed estetica.
Tutto il processo di produzione dei vestiti Amorilla è sostenibile: tutto è curato nei minimi dettagli ed ogni scelta è stata presa in modo che ci fosse il totale rispetto dei lavoratori interessati (paghe eque, orari di lavoro giusti, produzione a mano e senza fretta, slow fashion) e dell’ambiente (tessuto naturale, colori naturali, riciclo degli scarti di produzione, packaging ecologici, …).
Ogni collezione, o meglio, ogni storia d’amore di Amorilla nasce da un colpo di fulmine verso un tradizione tessile tipica di un particolare angolo del Mondo, che rendo mia e che rileggo in chiave moderna, dando vita ad abiti di alta qualità e totalmente sostenibili.
D: Il tuo brand vede donne normalissime indossare abiti comodi e colorati, ma allo stesso tempo raffinati e sostenibili, tanto da rendere le modelle di un’eleganza senza tempo. Credi che questa griffe possa essere un primo passo verso una visione della moda meno stereotipata, e finalizzata a una fruizione compiuta con coscienza e informazione?
R: Tutto il mio impegno nel parlare di moda sostenibile in primis e poi con Amorilla ha questo obiettivo: una rivoluzione nel campo della moda verso una scelta più attenta e responsabile, senza dover però rinunciare alla femminilità, all’estetica e allo stile.
Amorilla è pensato per le donne che vogliono esprimere la loro personalità con un capo che durerà nel tempo, perché creato con un tessuto naturale di ottima qualità e perché cucito da sarti esperti e che vogliono allo stesso tempo fare un acquisto consapevole e di alto livello.
D: Adesso veniamo alle donne in attesa come me. Quale tipo di abbigliamento suggeriresti di adottare in gravidanza? E quale nel post parto, momento comunque difficile da affrontare a causa delle forme ancora intaccate dai nove mesi precedenti?
R: Prima di tutto congratulazioni! Personalmente, durante le mie due gravidanze e i post parto sono riuscita a limitare a pochi acquisti mirati il necessario per far fronte a questi mesi di grandi cambiamenti fisici. In particolare ho comprato solo tre paia di leggins, che ho utilizzato in entrambe le gravidanze e che sono stati il mio jolly in gravidanza e post parto e un costume, perché il pancione è sbucato durante l’estate.
Il mio consiglio per chi deve rifarsi un guardaroba comodo da utilizzare in questi mesi particolari è quello di comprare usato: è un peccato secondo me spendere molti soldi per vestiti che si indosseranno solo per un periodo limitato di tempo ed è un peccato anche comprare capi poco costosi e di bassa qualità (sopratutto per quanto riguarda i tessuti con cui sono prodotti). La soluzione del comprare di seconda mano (su Depop o Etsy ad esempio) o di fare passaparola tra le amiche per ricevere dei capi già acquitati da altre e che potrebero andarci bene è la più sostenibile possibile e ci permette di risparmiare anche molto, senza nuocere a nessuno.
D: Pensi che in futuro AMORILLA possa prevedere una collezione prémaman, visto che le catene di abbigliamento, almeno quelle italiane, ancora non forniscono una scelta particolarmente sostenibile, soprattutto in una fase della vita in cui sono necessari capi confortevoli e di qualità?
R: Già questa prima collezione Amorilla è molto adatta sia durante la gravidanza che l’allattamento, sebbene i vestiti non siano stati pensati precisamente con questo scopo.
Per i mesi di gravidanza però il maxi dress Caftano è perfetto perchè il giro vita è regolabile e lascia spazio al pancione, senza tirare.
Durante l’allattamento invece i modelli Kimono e mini dress sono ottimi perchè hanno uno scollo ampio che facilita moltissimo i movimenti, senza bisogno di alzare o abbassare maglie e strati di vestiti!
E sopratutto, avendo dedicato un’attenzione particolare nella scelta nel tressuto che è un cotone naturale tinto con colori naturali e atossici, questi vestiti sono molto confortevoli e freschi da indossare anche nei mesi più caldi.
D: Quali programmi hai come Carotilla e come imprenditrice? In altre parole, come pensi che si possa evolvere il tuo lavoro?
R: Penso che tutte le mie energie saranno volte a imparare sempre di più nel campo della moda sostenibile, a cercare di sensibilizzare le persone sugli acquisti che fanno e soprattutto impegnarmi in prima persona, come Carotilla sui social e come Amorilla nel mercato della moda, a dimostrare che vestire sostenibile è possibile ed è anche molto divertente!
Camilla, ti ringrazio ancora e ti faccio un grande in bocca al lupo per AMORILLA e per tutti i tuoi progetti futuri.
Grazie mille a te e in bocca al lupo, sopratutto con la piccola in arrivo!
Un abbraccio
Vi ha convinti? Credo proprio di sì.
E se volete sbirciare la sua strepitosa collezione, vi lascio nuovamente il link: amorilla.com
A presto!