Ogni giorno, dopo colazione e dopo cena assumo una compressa da 50mg di un rigeneratore cellulare e captatore della Serotonina (l’ormone del buon umore).
Dopo pranzo mando giù due pasticche da 10 mg l’una di un antidepressivo.
Questo avviene da Gennaio, con dosaggi ridotti all’inizio, fino ad arrivare a quelli attuali.
Mi sento intontita? NO!
Mi sento meno lucida? NO!
La mia vita ha subìto qualche cambiamento? Sì! In meglio.
Ultimamente mi capita di essere contattata da diverse donne per avere informazioni sui farmaci che assumo, perché magari è stato consigliato loro di iniziare a farne uso.
La prima domanda che viene spontaneo porsi è Perché a me?
Lo so bene che metabolizzare l’idea di avere bisogno di determinate cure è difficile, ma essere consapevoli è il primo passo per girare la maniglia che apre una porta verso la via d’uscita.
E’ normale essere spaventati dall’incontro con lo psichiatra.
Nell’immaginario collettivo andare da questa figura è come dichiarare il termine delle proprie facoltà mentali.
Peggio ancora, le mamme sono convinte che verranno coinvolti gli assistenti sociali. Oppure che saranno prescritti farmaci che abbasseranno la qualità della loro vita.
Non è così.
Ora vi racconto un aneddoto.
Alla mia prima visita psichiatrica, mi sono seduta davanti alla porta del dottore, in attesa che mi ricevesse. Dopo un pò è venuto a sedersi vicino a me un ragazzo che avrà avuto una quarantina d’anni. Per attaccare bottone mi ha chiesto che ora fosse. Dopo avergli risposto, notando la mia reticenza nel prolungare il discorso, mi ha chiesto da quanto tempo andavo in quel reparto. Gli ho risposto che era la prima volta. Lui è scoppiato a ridere. Sapete cosa mi ha detto? “Io vengo qui da almeno trent’anni.”
Ecco care mamme, questi sono casi psichiatrici notevoli. E comunque quella persona era lì a farsi seguire per mantenere la sua stabilità vita natural durante.
La depressione post-partum, che diventa devastante per la conduzione di una normale esistenza, richiede, in alcuni casi, l’intervento dei farmaci.
Non c’è motivo di vergognarsi, perché stiamo parlando di una malattia. Quindi, come tale, va curata.
Chiedendo aiuto in tempo, voi state dichiarando che volete stare bene con voi stesse e i vostri figli. E gli specialisti del settore hanno interesse a sostenervi, non di certo ad distruggervi definitivamente.
Quello che potete e dovete assolutamente fare, è ascoltare coloro ai quali affidate la vostra fragilità in quel preciso momento, perché seguendo le loro indicazioni potrete ritrovare la serenità di un tempo. Ve lo posso assicurare.
I farmaci di nuova generazione non sono invalidanti come quelli del passato (mi riferisco a quelli per la cura di depressioni come la mia, perché per il resto non sono competente in materia), e permettono di vivere normalmente.
Bisogna chiarire bene un punto importante: guarire dalla depressione è molto difficile. Ed è terribile ammetterlo. Molto probabilmente ci saranno strascichi di essa per tutta la vita, ma con il sostegno di un bravo Psicoterapeuta (e di uno Psichiatra se è necessario), è possibile imparare a tenere sotto controllo questo spettro invisibile fino ad avere la meglio su di esso. Come? Semplicemente imparando a vivere bene.
A presto!