Se penso alla frase di cui sopra, le immagini che mi vengono in mente possono essere solo queste.
Come avete potuto vedere dalle mie foto su Instagram e Facebook, ho trascorso a Scicli le mie vacanze di Pasqua, così come la maggior parte di queste negli ultimi dieci anni.
Scicli è una città siciliana, che si trova in provincia di Ragusa. Per la sua connotazione barocca è stata inclusa, dal 2002, nel Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO, insieme ad altri comuni della Val di Noto.
Inoltre, è nota a molti in quanto le sue strade e i suoi monumenti sono visibili nella famosa serie televisiva Il commissario Montalbano. E nella foto che segue potete ammirare il municipio adibito a sede del commissariato di polizia.
E’ un giorno sentito ancor più del Natale. Il momento clou dell’evento è rappresentato dall’esposizione della statua del Cristo Risorto, chiamato da tutti Il Gioia.
E non è finita qui. La statua viene portata da una parte all’altra della piazza principale, e le persone devono quasi scappare per non farsi investire dai ragazzi, che con insolita energia corrono con la statua addosso. Infine, il Cristo viene depositato nella chiesa del Carmine, dove resta fino a sera, momento dove viene nuovamente esposto per le varie contrade della città, e ad ogni suo passaggio avviene un’esplosione di fuochi d’artificio.
Quindi non mi resta che aspettare che anche i miei figli crescano e mi dicano: “Mamma, voglio portare la statua del Gioia”. Allora saprò che dovrò iniziare a procurarmi un bravo fisioterapista e qualche paio di scarpe nuove.
E su alcuni versi della canzone sopracitata, vi esorto a partecipare almeno una volta nella vita alla Pasqua di Scicli, perché vi resterà nel cuore come un ricordo di immensa Gioia.
https://www.youtube.com/watch?v=NglcDAvqORY
L’uomo vivo di Vinicio Capossela
Si butta, si leva, al cielo si solleva
Con le tre dita la via pare indicare
Nemmeno lui nemmeno lui sa dove andare
Barcolla, traballa al cielo si solleva
Con le tre dita tre vie pare indicare
Si butta di lato, non sa dove andare
Di corsa a spasso va senza ritegno mai più su il legno
Non crede ai suoi occhi, non crede alle orecchie
Nemmeno il tempo di resuscitare, subito l’hanno portato a mangiare
Si accalcano di sotto per la gio-gio-ia
Esplodono le mani per la gio-gio-ia
Lo coprono i garofani di gio-gio-ia
Gioia gioia gioia viva per lui
Gioia gioia gioia viva per lui
Gioia gioia gioia viva per lui
Di la, no, di qua, di la, di qua , no gioia gioia gioia
Esplode la notte in un battimano
Per il Cristo di legno del Cristo col nero è tornato cristiano
Fino a che vita, che bellezza è la vita mai dovrebbe finir
Gioia gioia gioia gioia gioia gioia